Dr. Andreas Beck
Dr. Ferdinand & Walter Huneke
La NEURALTERAPIA: La Storia
La Neuralterapia incomincia in maniera casuale nel 1925 quando i 2 fratelli Huneke (entrambi medici) videro scomparire improvvisamente l’emicrania della loro sorella, in precedenza resistente a tutte le terapie:su consiglio di un collega iniettarono endovena alla sorella un analgesico e l’attacco emicranico sparì immediatamente; una seconda iniezione, dopo un mese per la ricomparsa della cefalea, eseguita con lo stesso analgesico non sortì inspiegabilmente alcun effetto.
Successivamente, esaminando le due diverse composizioni del farmaco,si accorsero che la prima volta era stata somministrata erroneamente in vena un preparato ad uso intramuscolare, contenente una piccola quantità di anestetico locale, la procaina,in aggiunta all’antidolorifico.
Fu allora che i 2 fratelli ipotizzarono che l’azione terapeutica fosse dovuta all’anestetico locale e non all’antidolorifico.
La procaina fu scoperta nel 1905 ma fu utilizzata pochissimo perché ha una durata troppo breve come anestetico(15-20 minuti).
La rapidità dell’efficacia terapeutica e la durata del periodo libero dal dolore,ottenuto trattando la cefalea della sorella (decisamente molto più lungo della durata dell’effetto anestetico) portò i 2 fratelli a pensare che avvenisse un’azione attraverso il sistema nervoso vegetativo che è ubiquitario nell’organismo.
Nel 1940 si rivolse ai fratelli Huneke una signora sofferente di periartrite scapolo-omerale destra,resistente ad ogni terapia .Secondo la teoria dei focolai batterici(responsabili di disturbi a distanza)allora in voga ,era stata sottoposta a tonsillectomia,poi asportazione di un granuloma dentario,poi appendicectomia,poi colecistectomia e infine le venne proposta l’amputazione della gamba sinistra a causa di una osteomielite al ginocchio avuta nell’infanzia.
Furono sufficienti alcune iniezioni di procaina alla vecchia cicatrice del ginocchio e nel giro di pochi secondi scomparvero i dolori alla spalla(fu chiamato “fenomeno del secondo”).
Sulla base di questo fenomeno Huneke elaborò la teoria del “campo perturbante”capace di provocare una malattia anche in punti più lontani del corpo.
Il campo perturbante agisce non tanto tramite batteri o tossine,secondo la vecchia teoria focale,ma attraverso il sistema nervoso vegetativo.
Nessun altro sistema infatti potrebbe spiegare una risoluzione tanto fulminea.
I dati scientifici dimostrano che la via nervosa è la più veloce del nostro corpo,poiché trasporta ,ad ogni contatto fra un nervo e l’altro,circa 100.000 informazioni al secondo.
CAMPI PERTURBANTI possono essere frequentemente costituiti da cicatrici di qualunque tipo, focolai cronici, corpi estranei, tessuti traumatizzati, i denti, i seni paranasali, la sfera ginecologica/andrologica, la sfera gastrointestinale.
Come agisce la neuralterapia:
Oggi sappiamo che la salute è possibile solo quando il controllo cibernetico del sistema nervoso autonomo è perfetto:qualunque errore a tale livello comporta l’alterazione dei mecccanismi di regolazione e quindi,in ultima analisi,la malattia.
Il nostro corpo ,e in particolare il sistema nervoso,è attraversato da un continuo flusso di informazioni. Informazioni errate o eccessive possono disturbare o bloccare il corretto funzionamento degli organi.
La neuralterapia rimuove questi blocchi riabilitando i naturali meccanismi di autoregolazione.
Le nostre cellule vivono e compiono il loro lavoro grazie a fenomeni elettrici che precedono e determinano qualunque fenomeno biochimico.
Tutte le nostre azioni sono determinate da INFORMAZIONI provenienti dal Sistema nervoso centrale o dal sistema nervoso vegetativo e non sono altro che onde elettromagnetiche.
Queste transitano attraverso la matrice extracellulare per essere captate dal glicocalice (che è una specie di antenna situata sulla parte esterna della membrana cellulare)
Le membrane cellulari in condizioni normali sono costantemente polarizzate,cioè si comportano come piccole batterie sempre cariche con una differenza di potenziale sulla membrana cellulare di 90 millivolts: in questa situazione le informazioni transitano facilmente attraverso la membrana,percorrono il citoplasma e raggiungono il nucleo dove il DNA le decodifica e le rigetta nella matrice dove ,tramite un mediatore chimico,determineranno un’azione fisica.
Ogni tipo di stimolo provoca una scarica della cellula(depolarizzazione) a cui fa seguito una immediata ricarica(ripolarizzazione)grazie all’energia fornita dal metabolismo.
Ma può succedere che le cellule di un tessuto,sottoposte a stimoli troppo forti o troppo ripetuti(chimici,fisici,traumatici,biologici)non riescano più a ripolarizzarsi spontaneamente,non permettendo così il passaggio dell’informazione all’interno della cellula
Queste cellule non sono più in grado di integrarsi con il tessuto circostante,quindi non funzionano più correttamente.
Inoltre,con il loro squilibrio elettrico queste cellule costituiscono un cosiddetto campo di disturbo(o perturbante)una zona cioè di interferenza nei riguardi del resto del corpo.
Infatti il nostro organismo è una rete di interconnessioni,si comporta praticamente come un sofisticatissimo computer,nei cui circuiti però possono inserirsi,per vari motivi,dei segnali anomali.
Questi possono indurre il corpo a comportamenti inappropriati:tutto cio può alla fine tradursi in dolori e disturbi di ogni genere,anche in zone del corpo che ,in apparenza,nulla hanno a che fare con il problema di origine.
Quindi la neuralterapia agisce ripolarizzando e stabilizzando il campo di disturbo,cioè ripristinando il normale potenziale di membrana: una molecola di procaina veicola 290 millivolt di carica elettrica,ripolarizza la membrana cellulare e ripristina il normale transito dell’informazione
Ciò fa si che il Sistema Nervoso autonomo(ortosimpatico e parasimpatico)possa correttamente funzionare secondo ritmi di salute permettendo la guarigione dell’organo bloccato a valle della catena di interferenza.
In pratica la metodica consiste nel trattare i punti patologici , i campi perturbanti ,i gangli periferici con iniezioni di piccolissime quantità di anestetico locale (procaina) che possiede un’azione regolatrice sulle membrane cellulari e sulle fibre nervose.
Di solito sono necessarie più sedute terapeutiche per ottenere risultati duraturi e ciò dipende non solo dal tipo,dall’intensità e dalla vetustà della patologia ma anche dal terreno individuale su cui si opera.
Ma ad ogni trattamento corrisponde un allungamento del tempo di benessere e di quiescenza della patologia,fino anche alla sua definitiva scomparsa.
Con la neuralterapia si può curare qualunque disturbo di tipo funzionale:
- il dolore in ogni sua forma: cefalea, emicrania, nevralgia, fibromialgia
- tutte le forme reumatiche, artritiche, artrosiche: cervicalgia, lombalgia, sciatalgia ed ogni infiammazione articolare comprese quelle traumatiche o sportive
- manifestazioni cutanee, malattie dell’orecchio, gastrointestinali, broncopolmonari, vascolari, cardiache
- distonie neurovegetative ed endocrine tipo ipotiroidismo/ipertiroidismo, disturbi ginecologici.
A prima vista questa elencazione potrebbe sembrare esagerata ma si deve tener presente che si tratta di una terapia che ha lo scopo di stimolare la funzione residua di un organo (e dell’organismo in toto)ripristinando una situazione fisiologica elettromagnetica.
In sintesi la neuralterapia aiuta l’organismo a riutilizzare le sue straordinarie capacità di autoregolazione e guarigione.
Per tale motivo questa terapia può essere utile in tutte le situazioni patologiche , escludendo le malattie genetiche e(in parte)le neoplasie.
Il razionale impiego della terapia nel punto giusto può far ottenere risultati notevolissimi e,secondo gli studi condotti,si possono avere miglioramenti dei quadri clinici nell’80% dei pazienti.